Corra futurista

L’adesione al movimento

Attraverso la lettura delle riviste d’avanguardia Arnaldo e Bruno entrano in contatto con le nuove idee di Filippo Tommaso Marinetti, fondatore del Movimento futurista. Il contatto avviene anche grazie alla frequentazione di personaggi romagnoli vicini al Movimento, come il poeta Luigi Donati e il musicista Francesco Balilla Pratella, che aderisce al Futurismo fin dal 1910. E proprio grazie a quest’ultimo che Corra riesce a fare avere a Marinetti alcune sue prime composizioni. Dallo scambio di lettere tra Marinetti e Pratella, possiamo conoscere le varie fasi di avvicinamento tra i due fratelli e il Movimento futurista, un’adesione a lungo analizzata e ponderata da ambedue le parti. Scrive Marinetti:

“Per combinare tutto coi Corradini, con Savini e con te, circa l’entrata nel gruppo dirigente del futurismo, e la fondazione del giornale, bisogna assolutamente riunirci tutti e quattro o tutti e cinque, a Bologna se vuoi e prestissimo. Meglio a Milano… Mostra ai Corradini i giornali che mostrano i successi di Ferrara e Mantova. Temo non siano abbastanza audaci e futuristi per avere la voluttà del pericolo continuo. (Lettera da Marinetti a Pratella del 21 gennaio 1911).

Il giovane B. G. Corradini è indubbiamente un giovane di grande ingegno… E’ il sintomo chiarissimo di una violenta febbre intellettuale, il principio di una originalità spiccatissima… Scrivigli di venirmi a trovare. Sarei veramente lieto di conoscerlo personalmente. (Lettera da Marinetti a Pratella del 24 gennaio 1911).

Lieto di tutto ciò che mi annunci circa Luigi Savini, A. Corradini e Bruno Corradini. Di tutto ciò parleremo a Mantova. Dovremo discutere insieme sul valore di questi nostri amici, valutandone bene le intenzioni, la serietà e il coraggio più o meno duraturo.(Lettera da Marinetti a Pratella del 2 aprile 1911).”

L’incontro ufficiale fra i Ginanni Corradini, e Marinetti con il gruppo dirigente del Futurismo, avviene a Milano intorno al 1912 e i fratelli attirano fin dall’inizio su di loro grande attenzione grazie alle loro teorie rivoluzionarie esplicate nei trattati giovanili. 

La posizione di Bruno comunque rimane ancora diffidente e critica nei confronti delle idee futuriste come testimoniano alcuni suoi scritti. L’adesione incondizionata al movimento avviene nel 1914 con la pubblicazione del manifesto futurista Pesi, misure e prezzi del genio artistico.

Solo successivamente a questa data Bruno inizia a firmarsi con lo pseudonimo futurista ‘Corra’, creato per lui dal pittore Giacomo Balla, che sintetizza il cognome Corradini avvicinandolo alla parola ‘corsa’ proprio come con lo pseudonimo di Arnaldo, ‘Ginna’ tratto da Ginanni – ginnastica.

Corra futurista a Firenze

Nel 1912 circa, Bruno si trasferisce a Firenze dove prosegue i suoi studi insieme al fratello Arnaldo e dove approfondisce i contatti con i letterati fiorentini Emilio Settimelli e Mario Carli. Con il primo realizza la pubblicazione della «Collezione di saggi critici», due volumi che raccolgono interventi di critica letteraria, e con la collaborazione di entrambi dà vita alla rivista «Il Centauro» alla fine del 1912. Questa rivista, espressione di una non dogmatica concezione dell’arte, è un settimanale di arte e di crititca e vuole essere uno strumento culturale antivociano e antidannunziano che prosegua fin dal primo numero, la linea che aveva intrapreso «La difesa dell’arte». Lo dimostra l’articolo di apertura firmato da Corra che propugna il ‘Liberismo’, cioè la libertà di espressione artistica, a cui deve corrispondere un nuovo sistema di critica che valuti in maniera oggettiva e scientifica il pensiero. Sono le stesse teorie che, rielaborate nella nuova veste futurista, compariranno nel manifesto del 1914 Pesi, misure e prezzi del genio artistico.

L’anno successivo esce il primo numero de «La rivista, settimanale d’arte, di scienza e di vita», la cui direzione è affidata a Corra e Settimelli. Come ne «Il Centauro», anche qui si segue una linea antidannunziana e anticrociana, viene prediletta una scrittura presurrealista. Si teorizza la misurazione scientifica, ossia oggettiva e impersonale, del valore di un’opera d’arte. 

Con l’adesione al futurismo di Carli e Settimelli si viene a creare un nucleo fiorentino di intellettuali futuristi al quale si aggiungono pittori e letterati come Achille Lega, Lucio Venna, i fratelli Nannetti, Antonio Bruno, Trilluci, Giulio Spina, Maria Crisi, Rosa Rosà, Irma Valeria. Tutti insieme daranno origine al cosiddetto “Secondo Futurismo Fiorentino”, chiamato anche “Pattuglia Azzurra”. Il gruppo nasce in contrapposizione ai primi futuristi fiorentini che si identificavano nella rivista «Lacerba», di Papini e Prezzolini e che nel 1916 si distaccano violentemente dal Futurismo a causa di contrasti con Marinetti. Non a caso, nello stesso anno Corra, Ginna, Carli e Settimelli fondano la rivista «L’Italia futurista», la pubblicazione più rappresentativa del pensiero futurista durante la Guerra.

In uno dei suoi primi articoli apparso su «L’Italia futurista», È bene dipingere subito il mondo, Corra ripropone la prospettiva futurista di rinnovare il mondo.

“Noi vorremmo rinnovare il mondo. Rinnovarlo in tutto, sino in fondo, totalmente. Rinnovarlo nella sua essenza. Dare agli uomini la formula spirituale di una nuova vita. Imporre una più evoluta concezione della realtà. Rivelare il vuoto di tutte le idee fatte e popolarlo con le nostre esplorazioni vertiginose. Risolvere di nuovo tutti i problemi. Riplasmare le filosofie. Ricreare le arti. Rivedere le scienze. Produrre nuovi problemi, nuove filosofie, nuove arti, nuove scienze. Affacciare l’umanità sopra orizzonti più vasti. Appoggiare le nostre esistenze su concetti meno puerili. Dare alle nostre azioni scopi e significati più liberi. Rinnovare il mondo in ciò che vi ha di più intimo, di più concreto, di più fondamentale. Rinnovarlo nella sua coscienza, nella sua anima. RINNOVARLO in una parola.”

La base ideologica della rivista è caratterizzata sia da una forte connotazione politica con idee nazionaliste ed interventiste sia dall’esaltazione della modernità e dalla polemica contro ogni passatismo letterario e borghese in comunanza totale con le idee di Marinetti. L’aspetto invece del tutto nuovo e peculiare è nell’interesse magico occultistico, nella passione per le attività inconscie e dello spirito, in cui è facilmente riconoscibile l’influenza di Corra e Ginna. A questo proposito il loro contributo più notevole lo troviamo nel manifesto La scienza futurista, manifesto anomalo all’interno del contesto del futurismo marinettiano, che conferisce un’identità ideologica precisa e bene delineata al gruppo del secondo futurismo fiorentino. 

Molti altri sono i manifesti futuristi firmati da Corra. Abbiamo già ricordato Pesi, misure e prezzi del genio artistico nel 1914, mentre nel 1915 e nel 1916 Corra partecipa alla stesura di due tra i più importanti manifesti del Movimento: Manifesto del teatro futurista sintetico del 1915 e Manifesto della cinematografia futurista del 1916.

La pubblicazione di questi due manifesti corrisponde allo sviluppo in senso futurista delle due grandi passioni di Corra per il Teatro (coll. Teatro) e per il Cinema. (coll. Cinena) Già nel 1913, insieme a Settimelli aveva affrontato una breve ma intensa esperienza come imprenditore teatrale facendo nascere così il primo teatro futurista con la rappresentazione di opere teatrali futuriste come Elettricità di Marinetti. La nascita del Teatro futurista sintetico è quindi un’opera successiva a questa esperienza e si esplica nella collaborazione alla stesura di alcune piéces teatrali pubblicate nelle due raccolte di teatro sintetico del 1915 e 1916.

Copertina di Sam Dunn è morto. 1917

Le esperienze acquisite in ambito cinematografico durante gli anni giovanili, fanno sì che Corra partecipi attivamente alla realizzazione del primo film d’avanguardia Vita futurista di cui Ginna sarà regista e che come conseguenza diretta porterà alla stesura del manifesto della cinematografia futurista e la sua pubblicazione proprio sulle pagine dell’ «Italia futurista».

Durante il prolifico periodo futurista ed in particolare negli anni fiorentini, Corra scrive una grande quantità di racconti e romanzi, alcuni pubblicati sulla rivista e altri editi nella collana  “Libri di valore” per le «Edizioni dell’Italia Futurista» dirette da Maria Crisi Ginanni, moglie di Ginna. Ricordiamo in particolare il romanzo sintetico Sam Dunn è morto, un capolavoro della letteratura d’avanguardia.

Corra futurista a Milano

Dal 1917 Corra lascia la direzione della rivista soggiornando sempre più spesso a Milano, vicino a Marinetti e alla direzione del Movimento. Nel 1918, nonostante un invalidante difetto della vista, Corra parte volontario per il fronte. Al suo ritorno, alla fine della Guerra, si trasferisce a Milano occupandosi di editoria con Ginna presso le Edizioni Facchi dove erano confluite le Edizioni dell’Italia futurista e dove continuava la direzione artistica di Maria Ginanni. 

Intanto continua la sua produzione di romanzi futuristi, questa volta con romanzi di tematica amorosa come nel 1918 L’Isola dei baci scritto insieme a Marinetti.

Lo stretto rapporto di stima e collaborazione tra Corra e Marinetti, reso ancora più forte dalle comuni passioni per il teatro e per la politica si incrina però alcuni anni dopo, proprio a causa di una divergenza su questi interessi.

Nei primi anni Venti Corra lavora ad un progetto teatrale veramente innovativo: La Baracca Sarebbe dovuto essere il primo teatro itinerante futurista creato per riunire in un solo organismo dotato di tendoni e strutture smontabili e trasportabili su autocarri, mostre d’arte, rappresentazioni teatrali, concerti, ecc. Un enorme circo futurista itinerante che aveva già raccolto eccezionali adesioni e scritture anche negli Stati Uniti. Ma nel 1924 gli interessi di Marinetti si concentrano nella politica e nell’appoggio a Mussolini ed al Partito Fascista. E’ lì che confluiscono le forze anche economiche del Movimento e il progetto di Corra fallisce. Amareggiato l’artista scrive un articolo intitolato appunto L’Affare della Baracca nel quale dichiara di non sentirsi più un futurista.

“Fallita la mia carriera di grande acrobata artistico entrai nella buona società editoriale e giornalistica … Io sono nella posizione di una canzonettista che si è sposata e vive illibatamente; ma trova sempre in giro nei salotti persone le quali rammentano il tempo in cui tutti la chiamavano Fifì e Lulù … Voi siete ancora futuristi, io non lo sono più.”

Nonostante il suo distacco dal movimento, Corra continua a gravitare in ambito futurista anche se si trasferisce a Varese e la sua produzione letteraria si orienta più verso una narrativa che, pur con aspetti interessanti, risponde ad esigenze più commerciali e ricerca il successo presso il grande pubblico. 

Nel 1938 firma ancora con Marinetti un nuovo manifesto futuristaContro il teatro morto, contro il romanzone analitico, contro il negrismo musicale. Questo ultimo atto futurista sembrerebbe un modo per ricollocarsi nel Movimento e per affiancare Marinetti nel faticoso inseguimento di un ruolo attivo all’interno del sempre più chiuso e reazionario mondo culturale fascista, in un momento in cui il regime, privo oramai di qualsiasi spirito innovatore, si sta oramai avviando verso la tragedia della Guerra.

Testo di Lavinia Russo, supervisione di Lucia Collarile.