RIVISTA “L’ITALIA FUTURISTA”,

1° GIUGN0 1916 – 11 FEBBRAIO 1918

“L’Italia futurista sarà il primo giornale dinamico italiano” – così venne annunciato da Emilio Settimelli come una delle più importanti riviste futuriste.

Nel primo numero del 1° giugno 1916, Corra, insieme con Settimelli, Chiti e Carli, enuncia: “Gettiamo risolutamente a mare tutta l’arte passata, che non ci interessa, che ci opprime e che d’altra parte non possiamo misurare data la nostra assoluta forzata ignoranza della inquadratura di vita in mezzo al quale è sorta.”

E ancora, come scritto da Corra e Ginna nei numeri dal 1917: “La Parola, il suono, il colore, la forma, la linea sono mezzi d’espressione. L’essenza delle arti è una”.

E così inizia l’avventura di “L’Italia futurista”, con le 51 pubblicazioni fino all’11 febbraio 1918, che vedono coinvolti Marinetti, Buzzi, Cangiullo, Jannelli, Mazza, D’Alba, Depero, Boccioni, Russolo, Balla, Pratella, Corra, Ginna, Settimelli, Carli, Chiti, Conti, Nannetti, Sironi, Notte e molti altri. Una delle caratteristiche più significative di “L’Italia futurista” è l’alta percentuale di collaboratrici femminili tra cui: Maria Crisi Ginanni Corradini, moglie di Ginna, Fulvia Giuliani, Irma Valeria, Rosa Rosà, Eva Kuhn Amendola alias Magamal, Emma Marpillero, Enif Robert, Mina della Pergola, Fanny Dini, Enrica Piubellini e Marj Carbonaro. 

Un altro aspetto straordinario è che la maggior parte del gruppo intorno al ”L’Italia futurista” accomuna un interesse per il paranormale e per l’occulto.

Ginna e Corra, oltre che contribuire attivamente come futuristi neri contenuti, si alternano con Settimelli nella direzione della redazione. E tra i vari contributi Ginna e Corra pubblicano il Manifesto della Scienza Futurista (nel n. 2 del 1916) e il Manifesto della Cinematografia Futurista (nel n. 10 del 1916), e parti del libro “Pittura dell’avvenire” (1917), documenti che riflettono l’importanza del occulto per la scienza e per l’arte.

Una rivista di quattro facciate con numerosi articoli, annunci, poesie, manifesti, disegni, foto e soprattutto “Parole in libertà” a cui era dedicata la terza facciata.

La Rivista “L’Italia Futurista” è splendidamente illustrata, con la riproduzione di tutti i suoi numeri, nel database sviluppato nell’ambito del Progetto PRO FIRENZE FUTURISTA realizzato, nel febbraio 2010 al termine del centenario del manifesto futurista di fondazione, dalla biblioteca del Kunsthistorisches Institut in Florenz – Max-Planck-Institut (1). Sia Firenze, un luogo storicamente significativo per il Futurismo, sia l’eccezionale collezione della biblioteca hanno offerto l’opportunità di esaminare questo movimento sfaccettato in modo più dettagliato e di costruire un database in cui materiali di ricerca precedentemente difficili da accedere sono resi disponibili online e gratuitamente per la prima volta. La collezione della biblioteca, iniziata nel 1955, è oggi composta da oltre 500 opere futuristiche e 40 riviste del tempo della prima, “eroica” (1909-1916) e della seconda fase (fino al 1944 circa).

Il progetto PRO FIRENZE FUTURISTA presenta una banca dati in fase di realizzazione, il cui nucleo è la digitalizzazione full-text della rivista fiorentina “L’Italia futurista“. Si può eseguire la ricerca, in base a persone, luoghi e parole chiave in termini di contenuto, nella banca dati ricerca sia nella rivista “L’Italia futurista” che successivamente in materiali aggiuntivi come lettere, libri, fotografie, libretti teatrali, disegni, materiali cinematografici e audio provenienti dalla collezione della biblioteca e da altri archivi di Firenze. Una mappa interattiva (attualmente in costruzione) della città di Firenze rende possibile la visualizzazione dei centri d’azione dei futuristi fiorentini e i luoghi delle istituzioni a Firenze ancora oggi connesse col Futurismo.

Firenze non era solo il sito di pubblicazione della rivista “L’Italia futurista”, ma anche uno dei centri più importanti del futurismo italiano insieme a Milano e Roma.

Di conseguenza, i giovani fiorentini aderirono al Futurismo e Firenze divenne teatro di numerose azioni futuristiche.

Nel dicembre 1912 Ginna espone i suoi due dipinti astratti “Nevrastenia” (1908) e “Passeggiata Romantica” (1909) nelle sale della “Società di Belle Arti di Firenze” in Via della Colonna 4.

La rivista “Lacerba” fu fondata nel gennaio 1913 da Papini, Soffici e Palazzeschi. Nello stesso anno, il gruppo intorno a “Lacerba” organizza la mostra La mostra futurista di “Lacerba” nella Galleria Gonneli, che viene visitata anche dal giovanissimo Primo Conti. Il 12 dicembre si svolgerà una Serata Futurista al Teatro Verdi.

Nel 1916 fu fondata “L’Italia futurista” e il famoso, anche se purtroppo apparentemente perduto, film “Vita futurista” fu girato dal gruppo intorno a “L’Italia Futurista” (Arnaldo Ginna, Bruno Corra, Lucio Venna, Emilio Settimelli, Remo Chiti, Nerino Nannetti) insieme a Marinetti nelle Cascine, sulle rive dell’Arno e nel Caffè Michelangelo. Contemporaneamente, il manifesto “La cinematografia futurista” apparve su “L’Italia futurista”. Le singole inquadrature danno un’idea del film: la “colazione futuristica” nel ristorante La Loggia vicino a Piazzale Michelangelo; la “danza dei raggi geometrici” e la “rissa avveniristica” nel parco delle Cascine. Un’anteprima e estratti del film furono presentati al Teatro Niccoloni (teatro di prosa) il 28.1.1917.

Il titolo del film appare su “L’Italia futurista” in numerose pubblicità e c’è anche una descrizione del film. In occasione del 100° anniversario, il film è stato rigirato sotto la regia di Giovanni Maria Rossi in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Firenze, Movie und Sound Firenze SRL e Simona Serafini.

Il Progetto PRO FIRENZE FUTURISTA è ricco di informazioni che possono essere consultate a questo link: L’Italia Futurista – Futurismus (khi.fi.it)

  1. La biblioteca è una delle quattro della società Max Plank che mettono a disposizione la loro collezioni, costantemente ampliate, sulla Digital Libraries Connected (DLC): una piattaforma di accesso libero per la pubblicazione dei documenti e delle collezioni digitali permettendo inoltre anche numerose opzioni di riuso dei contenuti e dei metadati, una selezione di visualizzatori, così come diverse possibilità per citazioni e connessioni. Si tratta in particolare di queste quattro biblioteche: Kunsthistorisches Institut in Florenz, Max-Planck-Institut für Bildungsforschung, Max-Planck-Institut für Rechtsgeschichte und Rechtstheorie e Max-Planck-Institut für Wissenschaftsgeschichte. In questo contesto, la biblioteca del Kunsthistorisches Institut in Florenz – Max-Planck-Institut mette a disposizione numerosi contenuti relativi al Futurismo non solo relativi al “L’Italia futurista”.