Il 15 giugno 1916, nel n. 2 del “L’Italia Futurista”, viene pubblicato il Manifesto della “Scienza futurista”.

Il Manifesto è firmato da Corra, Ginna, Chiti, Settimelli, Carli, Mara e Nannetti.

Un manifesto anomalo, in cui si vuole abolire la scienza con la S maiuscola e si propone:

“una scienza futurista audacemente esploratrice, sensibilissima, […] influenzata da intuizioni lontanissime, frammentaria, contraddittoria, felice di scoprire oggi una verità che distrugga la verità di ieri, tutta inzuppata d’ignoto.”

Il Manifesto vuole quindi stimolare la ricerca del nuovo continuando sempre a ricercare nell’ignoto e inoltre vuole che la scienza sia spiegata in parole semplici e dirette affinché tutti la possano capire:

“E’ necessario servirsi nell’esposizione scientifica delle parole più semplici, più correnti e più attuali, disprezzare sempre l’espressione scientifica per dare la preferenza al modo di dire efficacemente lavorato dall’uso quotidiano del giornale e della piazza.”

Emerge in questo manifesto sia la consapevolezza di una realtà che rimane inspiegabile e che lascia l’uomo certo delle sue insicurezze, sia il sentimento di rivolta contro il positivismo. Ed è proprio nei punti in cui si affrontano le nuove scienze psichiche e lo studio delle energie occulte che vi si riconosce maggiormente l’apporto dei fratelli Ginanni Corradini.

Si tratta di una “sferzata di energia” futurista, e come tale esagerata e provocatoria, per raggiungere una Scienza futurista che in conclusione sia:

“agile, capricciosa, ignotofila, scurezzofoba, aggressiva, avventurosa, scopofoba, antitedesca, allegra, aculturale”

contro una Scienza passatista che è:

“pedantesca, professorale, seria, seccatrice, sicura, meticolosa, pachidermica”

Per maggiori info: Rivista Italia Futurista – Fratelli Ginna e Corra (ginnacorra.it)